domenica 29 settembre 2013

Comunque finirà ...

Comunque finirà, finirà peggio.
Mi riferisco alla crisi algherese.
Può darsi che la mozione di sfiducia raggiunga le firme necessarie per essere presentata; ma direi che è sicuro che non le raggiungerà all'interno della coalizione.
Il PD ha iniziato questa avventura con solo una parte dei suoi consiglieri (quattro o cinque) e non ne troverà abbastanza nel centrosinistra per portare in Consiglio la mozione.
Dovrà ricorrere ai centristi. Che sembrano disponibili, ma forse pensano (legittimamente) al futuro.
Non sarà facile motivare, con l'appoggio del candidato sindaco del centrodestra, il fatto che si chiedono le dimissioni perché non è stato realizzato il programma del centrosinistra.
In ogni caso è possibile che la mozione venga presentata e che il Sindaco eletto dal centrosinistra venga sfiduciato da una maggioranza della sua maggioranza, con i voti del centrodestra (del resto era successo lo stesso un paio di anni fa con l'allora Sindaco di centrodestra, a parti invertite).
Non sarà un buon risultato per la città, sarà una catastrofe per la sinistra.
Può darsi che il candidato Sindaco del PD provi questa volta quell'alleanza con i centristi che molti di quel partito volevano o erano disposti ad accettare (a onor del vero l'attuale Sindaco fece argine a questa possibilità, con una forte determinazione) e magari può darsi che vinca. Ma non andrà avanti  a lungo, credo. E non è detta che vinca, E comunque non sarà una cosa di sinistra e non sarà un cambiamento.
Può darsi che qualcosa si rappattumi e che la Giunta vada avanti qualche mese; ma i veleni di questi giorni sono così forti che sarà una terribile e triste agonia.
Anche in questo caso sarà una catastrofe. Con un esito di medio periodo simile al precedente.
Credo che infierire sul Sindaco Lubrano non sia utile a nessuno.
Sono stato tra i primi a cercare di segnalare la brutta deriva che stava prendendo, anche quando partiva da principi condivisibili.
Saggezza vorrebbe però che gli si concedesse l'onore delle armi, e che si andasse a un scioglimento concordato, tra pochi mesi, con una modalità e in una data che eviti o riduca al minimo il commissariamento, dopo aver affrontato alcuni nodi urgenti (mi viene in mente la sorte dei lavoratori della in-house).
Cercando di neutralizzare i veleni e di riaprire un dialogo con la città.
Saggezza vorrebbe che tutti i protagonisti di questa mesta vicenda facessero un passo indietro e che si pensasse a un rinnovamento totale, generazionale e culturale.
Ma non succederà.